È opinione diffusa che lo sport possa aiutare a diminuire i dolori alla schiena perché in grado di rinforzare la muscolatura e di conseguenza proteggere le strutture della colonna vertebrale. Ciò è vero a metà: se da un lato un corpo tonico e allenato è in grado di sostenere al meglio gli sforzi a cui è sottoposta la schiena, dall’altro è necessario selezionare con attenzione il tipo di sport che si intende praticare in quanto alcune attività costringono il corpo a posture scorrette, sollecitazioni eccessive o sforzi intensi e improvvisi che possono compromettere la salute della colonna vertebrale e delle strutture ad essa collegate. Vediamo nel dettaglio.
Quando parliamo di lombalgia ci riferiamo genericamente a un disturbo localizzato nella parte inferiore della schiena che può riguardare i muscoli oppure le articolazioni intervertebrali caratterizzato da dolore e limitazione funzionale. L’incidenza di questo disturbo nella popolazione italiana è talmente elevata da rappresentare la seconda causa per la quale i pazienti si rivolgono al medico di base, dopo le malattie da raffreddamento. È una problematica che riguarda allo stesso modo atleti e popolazione sedentaria sebbene le cause della sua insorgenza non siano le stesse.
Alcuni sport infatti, praticati a livello professionistico o amatoriale, possono sottoporre le strutture anatomiche della colonna a sollecitazioni tali da comportare lo sviluppo di una sintomatologia dolorosa che, se non affrontata tempestivamente, può cronicizzarsi condizionando in maniera significativa le prestazioni sportive oltre che la qualità della vita dell’atleta.
Quali sono gli sport più a rischio?
Le attività sportive che possono rappresentare un rischio per la salute della schiena sono di tre tipi:
- sport che forzano le capacità articolari vertebrali in estensione come ginnastica, pallavolo, pallacanestro, danza, nuoto a rana;
- sport che comportano continue sollecitazioni come la corsa e il ciclismo;
- sport che sottopongono la colonna vertebrale a carichi eccessivi come il sollevamento pesi.
Alla prima categoria appartengono attività che richiedono movimenti in estensione eccessivi e ripetuti. Nel caso di pallavolo e pallacanestro, il gesto tecnico della schiacciata o del tiro prevedono una necessità di carico in estensione che con il passare del tempo può stressare la muscolatura causando lesioni più o meno serie e nei casi più gravi compromettere le strutture articolari intervertebrali.
Nella ginnastica e nella danza si richiede una capacità di estensione lombare che supera di gran lunga quella che è la sua naturale meccanica articolare. Si tratta per questo di attività sconsigliate a chi non abbia una particolare attitudine fisica e una buona mobilità articolare della colonna.
La continua richiesta di “allungarsi” inoltre può portare nel tempo le curve fisiologiche naturali a rettilineizzarsi compromettendo una corretta distribuzione dei pesi e di conseguenza causando dolore.
Il nuoto, considerato da sempre un alleato della schiena perché l’acqua sostiene il peso del corpo e aiuta a diminuire il carico del peso sulla colonna, è da praticare sempre con grande cautela. Lo stile “a rana” ad esempio è senza dubbio da evitare perché le spinte propulsive si effettuano sempre in estensione lombare e con il tempo si finisce per caricare la zona di uno stress eccessivo.
La corsa e il ciclismo sono sport apparentemente a basso impatto. In realtà, si tratta di attività che mettono anch’esse sotto pressione con piccole, ma continue sollecitazioni la parte della colonna vertebrale più soggetta al mal di schiena cioè la cosiddetta cerniera lombosacrale. Si tratta di una zona particolarmente delicata perché subisce i carichi provenienti dall’alto (forza di gravità, peso corporeo) e dal basso (le forze che provengono dal terreno).
Il dolore alla schiena è il disturbo più diffuso anche tra chi frequenta palestre. Quando si parla di pesistica infatti non ci si riferisce soltanto agli atleti che praticano body building, ma a tutti coloro che frequentando una palestra si allenano sollevando pesi. Sollevare pesi sottopone la colonna vertebrale a sollecitazioni molto intense e può causare problemi anche molto seri come le ernie discali. Una postura corretta e un carico mai eccessivo possono prevenire questo tipo di disturbo.
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La prevenzione. Allenarsi e proteggere la schiena si può!
La prima regola per prevenire disturbi di qualsiasi tipo praticando sport è effettuare sempre un corretto riscaldamento e questa regola è valida anche per quanto riguarda la schiena. È necessario prevedere del tempo – non solo prima delle competizioni, ma anche prima di ciascun allenamento – da dedicare a un corretto warm up. Il riscaldamento ha l’obiettivo di aumentare la temperatura del muscolo predisponendolo all’attività e favorire una migliore mobilità articolare.
A questo proposito un capitolo importante va dedicato allo stretching. Un muscolo elastico e un ampio ROM articolare sono requisiti fondamentali per qualsiasi tipo di attività sportiva. Attenzione però: studi recenti hanno dimostrato come in fase di riscaldamento sia da preferire lo stretching dinamico (da svolgersi attraverso semplici circonduzioni articolari) rispetto allo stretching statico che, nel caso di sport che richiedono una forza esplosiva, può addirittura diminuire le prestazioni dell’atleta senza fornire alcun vantaggio per quanto riguarda la diminuzione del rischio di infortunio.
Antinfiammatori sì o no? Meglio gli integratori
L’atleta che soffre di mal di schiena spesso non può o non vuole fermarsi e interrompere l’attività in attesa che il disturbo scompaia. Il ricorso a farmaci antinfiammatori è quindi molto spesso l’unica strada in apparenza percorribile per affrontare il dolore. Gli antinfiammatori, come tutti i farmaci, hanno però il rovescio della medaglia rappresentato dalle controindicazioni e per questo motivo il ricorso a queste molecole dovrebbe essere sporadico e sempre deciso in accordo con il medico curante.
Esistono degli integratori in grado di aiutare l’atleta ad affrontare con successo il dolore articolare senza gli effetti collaterali tipici di un farmaco. Tra gli integratori di questo tipo, particolarmente interessante è Formula Race, un nutraceutico a base di acido alfa-lipoico e palmitoiletanolamide in grado di agire sullo stress ossidativo e sull’infiammazione. Agisce inibendo la sensibilizzazione centrale attraverso la microglia e a livello periferico stimolando direttamente le cellule neuronali e non-neuronali.
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