Conoscere il dolore: quali i segnali di cui preoccuparsi e quali no

Il dolore è un’esperienza sgradevole che ciascuno di noi certamente ha sperimentato più volte nel corso della propria esistenza. In alcuni casi esso può interferire negativamente sulla vita quotidiana, in altri può addirittura associarsi a preoccupazioni e dubbi riguardo la salute, e a timori che possa trattarsi di un sintomo di una patologia più seria. 

Ma quali sono i segnali da non ignorare e che possono essere meritevoli di un approfondimento medico specialistico?

Un dolore “diverso”

Ciascuno di noi ha il proprio “tallone d’Achille” in fatto di dolore: chi soffre sistematicamente di mal di testa, di carvicalgia o di lombalgia, per esempio, conosce bene il proprio dolore, i fattori che lo possono scatenare e i rimedi e/o le terapie che sono in grado di alleviarlo. “È il solito dolore”, e per questo non è fonte di preoccupazione.

Tuttavia, l’insorgenza di un dolore “insolito”, diverso (nella forma e/o nell’intensità) da quello abitualmente sperimentato, può rappresentare un segnale in grado di destare apprensione e per cui è doveroso richiedere il parere di un professionista della salute.

Se il dolore peggiora e diventa persistente

Per la risoluzione di alcune condizioni dolorose (per esempio, una forte cervicalgia o una lombalgia) può occorrere del tempo e dunque non è il caso di allarmarsi se dopo un paio di giorni il dolore è ancora presente.

In alcuni casi tuttavia, nonostante la messa in atto di strategie mirate a ridurre l’intensità del dolore, questo persiste e non migliora (anzi magari aumenta improvvisamente) arrivando a influire e limitare, o persino ostacolare, lo svolgimento delle normali attività della vita quotidiana. 

Non va quindi sottovalutato, per esempio, un dolore lombare che di giorno in giorno si fa più intenso sino a rendere difficoltoso qualsiasi movimento (anche solo alzarsi dal letto), soprattutto se si irradia alle braccia o alle gambe.

Quando il dolore non fa dormire

Risvegliarsi nel cuore della notte per il dolore è un’esperienza spiacevole che può destare grande preoccupazione. 

Diverse problematiche muscoloscheletriche, in particolare a carico delle articolazioni (per esempio, borsiti, tendiniti, gotta) sono associate a dolore notturno.

Tuttavia in presenza di questo sintomo è importante rivolgersi a un professionista della salute per identificare la causa del dolore e delineare una strategia di trattamento adeguata.

“Il peggior dolore della mia vita”

Un dolore percepito come il più intenso mai provato nel corso della propria vita deve essere prontamente sottoposto all’attenzione di un medico. 

Potrebbe essere infatti un segnale di una condizione acuta per cui è necessaria la messa in atto di un trattamento tempestivo. 

Dolore post-traumatico

L’insorgenza di dolore dopo un trauma (un incidente automobilistico o una brutta caduta) viene spesso trascurata, ma in realtà è sempre meritevole di un’accurata valutazione da parte di un professionista della salute.

Grazie all’esame fisico e all’eventuale supporto di esami di imaging diagnostico (radiografia e/o risonanza magnetica) egli sarà infatti in grado di identificare o escludere con certezza la presenza di lesioni provocate dall’evento traumatico. 

Dolore e perdita di peso

È vero che una riduzione del peso corporeo può rappresentare un fattore favorevole nell’ambito di un approccio strategico per migliorare ad esempio il dolore correlato a problematiche articolari.

Tuttavia, l’insorgenza di dolore associato a un calo ponderale rapido, non voluto e non giustificato da regimi alimentari stringenti è meritevole di un approfondimento medico finalizzato a escludere la presenza di altre condizioni patologiche.