Dolori articolari, quali sono le articolazioni più colpite e perché?

I dolori articolari possono dipendere da diverse cause. Spesso sintomo di particolari condizioni patologiche, in qualche caso possono essere il risultato di un semplice affaticamento o di banali infezioni come l’influenza. Che abbiano durata transitoria o che siano persistenti, i dolori articolari presentano un’incidenza che colpisce “preferibilmente” alcune articolazioni rispetto ad altre. Cerchiamo di capire insieme il perché.

Cosa causa il dolore alle articolazioni?

Quando parliamo di dolore articolare ci andiamo a inoltrare in un tema ampio e complesso. Non sempre infatti il dolore è sintomo di una patologia vera e propria, ma può dipendere da fattori transitori che tendono a risolversi spontaneamente senza la necessità di mettere in atto alcun tipo di terapia. 

Più di frequente, questa manifestazione è alla base di malattie a carico dell’articolazione stessa, delle strutture ossee o delle parti molli circostanti e in alcuni casi può essere irradiata da una condizione neuropatica o dalla patologia di un’altra articolazione. Tra le condizioni più comuni che danno origine al dolore articolare rientrano:

  • artrosi
  • artrite
  • tendinite
  • borsite
  • gotta
  • fibromialgia
  • traumi.

Il dolore è spesso associato ad altri sintomi come gonfiore, arrossamento, rigidità, perdita della mobilità e della funzionalità articolare. In questi casi, è sempre consigliato rivolgersi il prima possibile al proprio medico di fiducia al fine di ottenere presto una diagnosi e mettere in atto le terapie più opportune.

Le articolazioni più colpite

Ogni disturbo tende a colpire un diverso numero di articolazioni. Per mettere in atto una diagnosi il più possibile corretta, il medico valuterà con attenzione anche questo aspetto: alcune patologie di norma colpiscono una sola articolazione mentre altre tendono a colpire più articolazioni, in alcuni casi la stessa nei due lati del corpo, in altri più articolazioni dallo stesso lato. 

Anche l’età è un fattore determinante: tra le patologie più comuni, l’artrite tende a colpire i giovani adulti mentre l’artrosi è una malattia dovuta alla degenerazione dei tessuti articolari ed è quindi caratteristica dell’età avanzata (o di persone che hanno sottoposto il corpo a forti stress nel corso della vita come ad esempio gli atleti agonisti).

Limitandoci alle patologie proprie delle articolazioni – non considerando dunque quelle dovute a problematiche delle strutture circostanti – le articolazioni a essere più colpite cambiano a seconda della malattia. Nel caso della gotta ad esempio, nel 75% dei casi, le articolazioni colpite sono quelle dell’alluce a causa del deposito di cristalli di acido urico che tende a concentrarsi in queste zone.

L’artrite reumatoide, una malattia infiammatoria in cui il sistema immunitario danneggia le articolazioni e i tessuti connettivi, colpisce più di frequente mani e piedi dando luogo a gonfiore, dolore, rigidità  e spesso deformazione delle articolazioni coinvolte.

L’artrosi infine, essendo una malattia degenerativa legata all’usura delle strutture articolari, tende a colpire le articolazioni che devono sostenere e sopportare il peso maggiore. In percentuale, le zone più colpite sono:

  • colonna lombare: 33%
  • colonna cervicale: 30%
  • ginocchio: 27%
  • anca: 25%.

L’unico vero trattamento per l’artrosi ad oggi è l’impianto di protesi ovvero la sostituzione, totale o parziale, dell’articolazione danneggiata. Fino a poco tempo fa infatti, non esistevano evidenze scientifiche che certificassero la capacità rigenerativa della cartilagine. Uno studio recente della Duke University però, suggerisce qualcosa di nuovo e promettente per la cura di questa patologia.

La molecola microRNA e la capacità rigenerativa della cartilagine

La scoperta dell’Università americana si è basata su una semplice osservazione: le articolazioni più colpite da artrosi sono sì quelle che sopportano maggior peso, ma anche quelle prossimali cioè le più vicine al centro del corpo. Anca e caviglia infatti devono sostenere lo stesso peso, ma l’incidenza della malattia sulle due articolazioni non è nemmeno paragonabile: l’artrosi a carico delle anche è piuttosto frequente mentre quella a carico delle caviglie ha un’incidenza pressoché trascurabile.

Il team di ricercatori ha analizzato il collagene articolare osservando che le proteine erano più “vecchie” nell’anca e più “giovani” nella caviglia (nel ginocchio si osservava una buona via di mezzo). Questa età articolare non è conseguenza, come detto, soltanto della meccanica e del carico articolare, ma dipende anche dall’attività biologica di alcune molecole chiamate microRNA, più attive nella parte distale dell’arto, ovvero all’estremità, e meno attive in quella prossimale, cioè al centro. 

Questa scoperta si aggiunge ad altre che hanno evidenziato la presenza di progenitori cellulari nella cartilagine matura e di cellule staminali nei tessuti limitrofi. La Ricerca ha oggi una speranza in più per la cura dell’artrosi che non si limiterà più al solo tentativo di frenare il processo degenerativo, ma potrà contare su una capacità rigenerativa vera e propria della cartilagine.

Le infiltrazioni di collagene

Per alleviare il dolore articolare, una delle opzioni più interessanti è rappresentata dalle iniezioni di peptidi di collagene direttamente nell’articolazione. I peptidi svolgono un’azione di supporto diretto al collagene, promuovendone la sintesi e inibendone la degradazione, con efficacia sul dolore e la mobilità.

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