Molecola sempre più utilizzata in medicina e cosmesi, l’acido ialuronico è uno dei componenti fondamentali dei tessuti connettivi dell’uomo e degli altri mammiferi. Presente di natura nel liquido sinoviale articolare, può essere infiltrato all’interno delle articolazioni per sfruttare le sue caratteristiche di viscosità e idratazione. Lo scopo è quello di lubrificare l’articolazione diminuendo così la sintomatologia derivata da patologie degenerative come l’artrosi. Ma gli acidi ialuronici non sono tutti uguali. Facciamo chiarezza in questo articolo.
Artrosi e infiltrazioni
Nell’ambito della cura delle patologie articolari, le tecniche terapeutiche infiltrative sono tra i trattamenti più utilizzati, specie per quanto riguarda la cura dell’artrosi. Malattia degenerativa che colpisce la cartilagine articolare può essere causata da diversi fattori:
- età
- usura precoce dovuta a sport o attività ad alto impatto
- malattie infiammatorie come l’artrite reumatoide.
In tutti i casi la cartilagine si consuma e, nelle situazioni più gravi, anche il tessuto osseo può degenerare a causa della mancata azione ammortizzante della cartilagine stessa. Da diversi anni, prima di ricorrere alla chirurgia protesica e dunque alla sostituzione parziale o totale dell’articolazione danneggiata, si utilizzano differenti tipi di infiltrazioni per combattere la sintomatologia dovuta all’artrosi.
Quando parliamo di infiltrazione ci riferiamo all’iniezione di un liquido all’interno o nei pressi dell’articolazione a scopo terapeutico. Tra i trattamenti più utilizzati ricordiamo le infiltrazioni di corticosteroidi, i trattamenti di medicina rigenerativa e, appunto, le infiltrazioni di acido ialuronico.
Che cos’è l’acido ialuronico?
Ne sentiamo parlare sempre più spesso, ma siamo sicuri di sapere di cosa si tratta? Dal punto di vista chimico l’acido ialuronico è una molecola che viene classificata come glicosaminoglicano perché formata dal ripetersi di lunghe sequenze di due tipi di zuccheri semplici: l’acido glicuronico e la N-acetilglucosamina. Si tratta di una sostanza prodotta naturalmente dall’organismo allo scopo di idratare e proteggere i tessuti e la sua principale caratteristica è la viscosità tant’è che il trattamento infiltrativo con questa sostanza viene anche detto viscosupplementazione.
I diversi tipi di acido ialuronico
Le infiltrazioni di acido ialuronico sono indicate negli stadi iniziali dell’osteoartrosi e devono essere eseguite su un’articolazione non infiammata perché la presenza di enzimi litici in grandi concentrazioni ne vanifica l’effetto.
Gli acidi ialuronici non sono tutti uguali: si differenziano in base al peso molecolare che può essere alto, medio o basso. Sostanzialmente l’acido ialuronico ad alto peso molecolare è più viscoso e denso mentre quello a medio-basso peso molecolare è più liquido. Non esiste un acido migliore di un altro: a seconda della patologia e delle condizioni dell’articolazione il medico opterà per la soluzione più opportuna.
In linea generale possiamo affermare che un prodotto ad alto peso molecolare, essendo più denso, è più difficile da infiltrare, ma è più persistente mentre un prodotto a medio-basso peso molecolare ha una maggior facilità di iniezione, ma una durata più limitata nel tempo. Gli acidi ialuronici a basso peso molecolare, caratterizzati prevalentemente da azione antidolorifica, antinfiammatoria e di viscoinduzione trovano impiego nelle fasi iniziali della patologia artrosica e nella condropatia femoro-rotulea del giovane sportivo. Gli acidi ialuronici a maggior peso molecolare, all’azione viscoinduttiva coniugano anche quella della supplementazione viscoelastica. È compito del medico valutare pro e contro di ciascuna soluzione e decidere l’opzione più adeguata a ciascun caso.
A seconda del tipo di acido ialuronico adottato, il ciclo di infiltrazioni può variare da tre a cinque (eseguite a una settimana di distanza una dall’altra), ma con acidi particolarmente densi è anche possibile la monosomministrazione. Nel caso di un utilizzo in ambito sportivo allo scopo di prevenire la sofferenza cartilaginea, il ciclo va ripetuto con cadenza regolare, a distanza di circa sei mesi l’uno dall’altro.
Gli effetti collaterali sono rari e comunque di lieve entità: oltre al fastidio provocato dall’iniezione, possono verificarsi infiammazioni transitorie associate a gonfiore che tendono a risolversi nel giro di qualche ora.
Intralink 40
Nell’ambito degli acidi ialuronici utilizzati con maggior successo nella cura dell’osteoartrosi, particolarmente interessante è Intralink 40: una soluzione tampone di sale sodico di acido ialuronico ottenuta mediante fermentazione senza trattamenti chimici, altamente purificata e con peso molecolare di 1000-1500 KDalton.
Indicato per infiltrazioni intra-articolari, consente di ripristinare la viscoelasticità del liquido sinoviale favorendo il recupero della funzionalità articolare, la riduzione del dolore e l’attenuazione della risposta infiammatoria. Il protocollo di Intralink 40 prevede un ciclo di tre infiltrazioni settimanali.
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