Da sempre l’uomo cerca di combattere il dolore. E se nell’antichità si affidava esclusivamente ai rimedi naturali, nell’era moderna la ricerca medico-scientifica ha portato allo sviluppo e alla commercializzazione di una serie di farmaci studiati ad hoc per ridurre l’intensità del dolore.
Medicinali che in determinate situazioni sono indubbiamente utili ed efficaci, ma che devono essere utilizzati sempre con criterio, evitando di abusarne…
Farmaci antidolorifici: quando sono utili
La gestione farmacologica del dolore prevede l’utilizzo di differenti classi di farmaci antidolorifici (definiti anche analgesici), ciascuna con uno specifico meccanismo d’azione, da selezionare in relazione all’intensità del dolore e alla sua origine (infiammatoria, traumatica, post-operatoria ecc.).
Alcuni antidolorifici sono disponibili come farmaci da banco, altri invece sono acquistabili esclusivamente dietro presentazione di prescrizione medica.
I più utilizzati sono:
- il paracetamolo, in genere il trattamento di prima linea del dolore lieve e moderato
- i farmaci antinfiammatori non steroidei (i cosiddetti FANS), comunemente utilizzati in caso di dolore lieve e moderato, correlato alla presenza di processi infiammatori
- gli oppiacei (sostanze ricavate dall’oppio, come la morfina e i suoi derivati) sono gli antidolorifici più potenti e vengono prescritti dal medico esclusivamente in presenza di dolore grave e molto intenso (per esempio, dopo un intervento chirurgico).
Spesso per raggiungere un controllo adeguato del dolore, come nel caso del dolore cronico, viene prescritta l’assunzione contemporanea di medicinali appartenenti a classi farmacologiche differenti. Questo approccio (definito multimodale) consente di sfruttare l’azione sinergica di più principi attivi al fine di raggiungere l’efficacia analgesica massima, minimizzando nel contempo gli effetti collaterali.
Non abusare degli antidolorifici
Gli antidolorifici devono sempre essere utilizzati con oculatezza e per il minor tempo possibile, in quanto non scevri da possibili effetti collaterali o interazioni farmacologiche con altre terapie assunte contemporaneamente.
È quindi opportuno fare sempre riferimento al proprio medico o al farmacista e consultare il “bugiardino” per le modalità di assunzione e le eventuali precauzioni d’uso. Questo vale anche per i farmaci da banco acquistabili senza ricetta medica…
Il paracetamolo in genere è considerato più sicuro rispetto agli altri analgesici, tuttavia, anche se nella maggior parte dei casi non determina l’insorgenza di effetti collaterali di rilievo, l’assunzione di questo farmaco in quantità eccessive o con l’alcool potrebbe provocare danni a livello epatico.
I FANS sono tra gli antidolorifici più frequentemente utilizzati, anche perché molti sono disponibili come prodotti da banco. La loro assunzione tuttavia, soprattutto a dosaggi elevati e/o per un periodo prolungato, può associarsi a tossicità a livello gastrointestinale con aumentato rischio di mal di stomaco e sanguinamento (per questo devono essere assunti a stomaco pieno).
Gli oppiacei, come accennato, hanno un’elevata efficacia antidolorifica e vengono prescritti dal medico solo in casi selezionati di dolore intenso. Uno degli effetti collaterali più comuni correlato al loro utilizzo è la stitichezza, che può anche essere persistente. Gli oppiacei possono inoltre causare sonnolenza, influenzando la capacità di guidare i veicoli, e rallentare la respirazione. Tra le problematiche più rilevanti correlate all’uso di questa classe di farmaci sono da segnalare la dipendenza e il possibile sviluppo del fenomeno della “tolleranza” (man mano che il corpo si abitua agli oppiacei, questi perdono di efficacia; per ottenere lo stesso sollievo occorre quindi assumerne una quantità sempre maggiore).
Strategie per ridurre l’uso dei farmaci analgesici
Gli antidolorifici rappresentano certamente una strategia efficace per alleviare il dolore, ma alla luce di quanto detto, devono essere sempre impiegati con criterio.
Laddove possibile, potrebbe essere utile valutare l’adozione di approcci non farmacologici finalizzati a ridurre l’assunzione dei farmaci analgesici.
A tal proposito, una strategia sempre più adoperata in ambito ortopedico è la crioterapia combinata alla compressione; si tratta di un’opzione semplice, sicura e non invasiva che può essere di grande utilità nella gestione del dolore post-operatorio.
Oggigiorno sono disponibili, anche online, numerose tipologie di tutori, ma è bene affidarsi solo a soluzioni di alto livello (visita il nostro shop per scoprire la nostra gamma di tutori per crioterapia).