La fibromialgia, quando il dolore non ti abbandona mai

Tra le patologie più strettamente legate al sintomo del dolore la fibromialgia è senz’altro la più “misteriosa” perché ad oggi non si conoscono le cause della sua insorgenza e anche le cure cambiano di efficacia da un paziente all’altro. Una diagnosi precoce è l’unica strada per migliorare davvero la qualità della vita delle persone che ne sono affette. Vediamo insieme quali sono i sintomi e le cure più efficaci.

 

Che cos’è la fibromialgia?

La fibromialgia è una patologia reumatica multifattoriale di tipo cronico. Si caratterizza per la presenza di dolori muscolari diffusi e pressoché costanti, associati a rigidità, affaticamento, disturbi dell’umore e del sonno, astenia. Colpisce più di frequente le donne in età adulta comparendo in maniera graduale oppure improvvisa come reazione a un trauma, fisico o psicologico.

La sua diagnosi è stata per lungo tempo controversa. Oggi prevede la persistenza di dolore diffuso in sedi corporee simmetriche per almeno tre mesi e la positività di almeno undici dei diciotto punti sensibili (i cosiddetti tender points) che alla pressione suscitano dolenzia. Si effettuano inoltre degli esami specifici, anche ematici, al fine di escludere che il dolore sia associato ad altre patologie tra cui quelle autoimmuni. 

Le cause esatte dell’insorgenza della fibromialgia non sono note. Molto probabilmente è un insieme di fattori che può portare all’insorgenza dei sintomi inclusi quelli

  • genetici
  • infettivi
  • ormonali
  • di tipo traumatico (fisico o psicologico). 

L’ipotesi più accreditata è che ci si trovi davanti a una modalità compromessa del cervello di percepire il dolore. In questi pazienti la soglia del dolore è più bassa della norma a causa dell’aumento della sensibilità cerebrale agli stimoli dolorosi.

Pur non trattandosi di un disturbo di tipo psichico, anche lo stress psicofisico e l’ansia possono incidere su di esso tanto che alcuni specialisti lo considerano come un insieme variegato di sintomi del tutto simili agli effetti fisici del disturbo depressivo.

 

I sintomi

Quello associato alla fibromialgia è un dolore sordo e costante proveniente da muscoli e tessuti fibrosi (tendini e legamenti) che riguarda sedi corporee a distribuzione simmetrica. A causa della natura multifattoriale della malattia non esiste un solo specialista di riferimento nel caso si sospetti la presenza di questa patologia, ma è assolutamente necessario che il medico a cui ci si rivolge abbia una conoscenza approfondita della patologia e una buona esperienza in questo campo. 

In generale possiamo affermare che gli specialisti più adeguati a trattare questo tipo di disturbo sono reumatologi, ortopedici, fisiatri, neurologi, ma anche cardiologi, dermatologi, gastroenterologi, psichiatri. L’approccio vincente è sempre e comunque quello in cui queste figure collaborano mettendo in atto un percorso di cura multidisciplinare.

 

I trattamenti

Per iniziare occorre sottolineare che non esistono misure preventive per la fibromialgia. Per quanto riguarda le cure, sarebbe più corretto parlare di trattamento dei sintomi visto che purtroppo ad oggi si tratta di una malattia che non regredisce. Come per tutte le patologie di tipo cronico è necessaria una costante terapia sintomatica per garantire una qualità della vita soddisfacente ai pazienti che ne sono affetti. 

Come detto sopra l’approccio più efficace è quello multifattoriale che prevede sia l’assunzione di farmaci che cambiamenti dello stile di vita: un’attività fisica moderata abbinata a una corretta terapia nutrizionale e a un supporto di tipo psicologico saranno di grande aiuto. Tra i farmaci che possono essere prescritti sono inclusi analgesici, antidepressivi e antiepilettici con risultati che possono essere molto variabili da un paziente all’altro.

 

Dieta e terapia nutraceutica

Nell’ambito di un approccio multifattoriale, anche la dieta e l’assunzione di integratori alimentari possono essere d’aiuto al miglioramento dei sintomi oltre che all’ottenimento di un miglioramento generale dello stato di salute. Studi clinici con integratori di vitamina D, magnesio, ferro e probiotici hanno mostrato risultati promettenti. Interventi dietetici che mirano all’esclusione di cibi che causano infiammazione favorendo al contrario alimenti dal potere antiossidante assunti anche tramite integratori possono infine contribuire a una diminuzione della sintomatologia dolorosa.

 

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